Gli abstract offerti da mrktgram.it sono degli articoli ispirati per concetti e argomenti a libri sul marketing di Instagram, non intendono assolutamente violare il copywrite dell’autore nè vengono copiati e incollati paragrafi dalla pubblicazione stessa.
Il libro “Fai decollare il tuo profilo Instagram” di Eddy Girardi è disponibile su Amazon.
Qui nel team di mrktgram parliamo spesso delle ottimizzazioni base che un profilo Instagram deve assolutamente implementare se vuole far conoscere al mondo i propri contenuti ed espandere la notorietà del brand. Proprio di queste nozioni fondamentali e di numerose strategie e tecniche di aumento dell’engagement parla l’abstract di oggi, ispirato al libro “Fai decollare il tuo profilo Instagram” di Eddy Girardi.
Indice dei contenuti
Parte prima
Introduzione
Nel 2008 il fenomeno di Facebook diventava sempre più virale tra i giovani, proprio la parola viralità nasce e cresce insieme al social network più famoso del mondo. Nessuno si sarebbe mai immaginato che un portale online sarebbe diventato il centro della vita politica, sociale ed economica di tutti i giorni, forse neanche lo stesso creatore Mark Zuckerberg che nel 2012 compie un ulteriore passo verso la conquista del “monopolio” social: l’acquisizione di Instagram. Potremmo definire questo nuovo social network, in parte, l’anti-Facebook per eccellenza, Instagram ha infatti come target principalmente un pubblico sensibile alla qualità delle foto, dello storytelling (narrazione), dell’interazione ma sopratutto un’utenza giovane, proprio come ai tempi lo era Facebook.
Il punto è che i social e il mondo digitale sono in continua evoluzione, una piattaforma web oggi nasce con un pubblico di utenti ben calibrato e dopo 4-5 anni te la ritrovi con un pubblico molto diverso da prima, ne consegue che le persone “emigrano” in alti spazi a loro più congeniali. Intanto i brand più gettonati stanno già facendo la fila per andare ad intercettare nuovi potenziali clienti, strumenti come Instagram shopping, stories e Instagram ads stanno letteralmente dando una scossa a tutto il panorama social.
In Italia l’utenza Instagram cresce in modo considerevole ogni giorno, sempre più imprenditori si chiedono come poter sfruttare questi nuovi canali digitali per il proprio business cercando di far fronte a una crisi nazionale ed europea senza precedenti. Addentriamoci, dunque, in quelle che sono le regole fondamentali per distinguerci su questo nuovo social network sfruttando tools e potenzialità per espandere il nostro brand.
Engagement e interazione
In principio fu il “mi piace” a cominciare l’era delle interazioni, la guerra a chi ha più like è stata una consuetudine per diversi anni (lo è ancora) tra i profili degli utenti Facebook. Cosa si cela dietro ad un’azione cosi semplice? Molte cose in realtà: riprova sociale, interazione ma sopratutto un valore da calcolare insieme ad altri per generare il proprio engagement.
Questa parola è da qualche anno entrata nel vocabolario degli addetti ai lavori e non, significa “fidanzamento, impegno” ossia il coinvolgimento degli utenti rispetto un determinato profilo social. Solitamente è la quantità media tra mi piace e commenti relazionata al numero di follower (cioè le persone che seguono il tuo profilo per intenderci). Il calcolo è semplice:
- Somma i mi piace (like) delle ultime 10 foto.
- Scarta quelli della più recente.
- Dividi il ricavato per 10.
- Dividi nuovamente il ricavato ottenuto per il numero dei follower.
- Moltiplica per 100.
Tabella comparativa per considerare buono il dato di engagement:
- < 1.000 follower 8%
- < 5.000 follower 5.7%
- < 10.000 follower 4%
- < 100.000 follower 2.4%
- < + 100.000 follower 1.7%
Se questi calcoli vi sembrano troppo difficili potete dare un’occhiata a questo sito, calcola engagement e molti altri dati.
Ma a cosa serve misurare l’engagement? A verificare la qualità e l’interazione che ha un profilo. Un influencer, ad esempio, vive di engagement poichè deve aver cura di produrre contenuti di qualità oltre che interagire con i propri follower per far alzare sempre l’asticella delle interazioni, d’altronde l’algoritmo di Instagram premia con un miglior posizionamento in feed e nelle stories chi primeggia su questo fattore.
Ottimizzazione del profilo
Per generare engagement prima di tutto occorre creare contenuti, questi verranno trovati e apprezzati solo se gli utenti riusciranno a raggiungere il vostro profilo. Dobbiamo quindi prendere qualche piccolo accorgimento per abbellire esteticamente quello che sarà il nostro nome, bio, call to action ed eventuale sito web.
Non ci dilungheremo più di tanto su questi aspetti dato che sia nel nostro Quick Start, sia che tramite le prime consulenze con il nostro team sarete in grado di padroneggiare le nozioni principali. Tuttavia ricordiamone qualcuna per fare chiarezza.
Creazione del nome utente/username:
- Usa username concrete e brevi (nel limite del possibile ovviamente).
- Cerca di essere professionale evitando parole tipo “esclusive”, “official” o parole riconducibili a quegli orribili hashtag “instalike”, “instafollow” che portano solo bot e follower fake (cioè falsi).
- La tua username dovrebbe sempre riprendere il tuo brand per nome e valori.
La tua immagine del profilo:
- Imposta il tuo logo, se è troppo lungo chiedi ad un grafico di crearti una versione adatta ad Instagram con il tuo simbolo, un motivo o l’iniziale del tuo brand.
La tua bio (biografia), sfrutta a pieno i 150 caratteri messi a disposizione:
- Descrivi chi sei, quali sono i tuoi prodotti e servizi.
- Aggiungi une emoji (emoticon) per rendere il testo più allegro.
- Puoi pensare di creare una bio minimale ad elenco, dai un’occhiata qui (punto 2: prime configurazioni)
Hai un sito web? Inseriscilo sotto la bio e aggiungi le call to action come “indicazioni stradali”, “chiama”, “invio e-mail”. Sono ottimi pulsanti che richiamano l’attenzione dell’utente ad un’azione rapida.
Piano editoriale
Stilare un piano di contenuti da pubblicare quotidianamente o settimanalmente è sicuramente una delle attività più importanti per un brand su Instagram. Una tipica frase per gli addetti ai lavori è “content is the king” cioè il contenuto è il re, dove per contenuto si intende una foto, un video, una storia o qualsiasi altro elemento visualizzabile con cui si può interagire sul web.
Esistono diverse tipologie di contenuti, questi possono essere di diverso tipo ricordiamo quelli più utilizzati: educativo, di informazione, emozionale. Puoi dare un’occhiata qui, per vedere alcuni esempi con le Instagram stories (punto 1: Storie in evidenza + esempi).
Ci sono diverse strategie su quando pubblicare i contenuti, ad esempio puoi scegliere di postarli solo negli orari e giorni della settimana quando i tuoi followers sono più attivi. Puoi verificare facilmente questa cosa andando sul tuo profilo–>menù–>dati statistici (insight)–>pubblico (audience)–> scendi in basso fino a trovare la voce “follower”. Scegli tra “orari” e “giorni” per vedere le diverse statistiche.
Un’altra strategia è quella dell’incessantismo, cioè proporre ogni giorno un contenuto, poniamo due esempi: uno generico e uno nel caso di un’enoteca:
Scaletta settimanale generica:
- Lunedi: post motivazionale per ispirare il nostro pubblico.
- Martedì: pubblicare un “meme” o una foto ironica contestualizzata alla nostra attività.
- Mercoledì: un link ad un nostro articolo o menzione che qualcuno ha fatto per noi su un sito o post.
- Giovedì: trasmettere una diretta del nostro luogo di lavoro, per esempio se avete un’attività di ristorazione potete riprendere la preparazione di piatti freddi che il vostro chef sta preparando.
- Venerdì: post o collage fotografico dei migliori momenti della settimana.
- Sabato: Instagram stories.
- Domenica: video IGTV.
Scaletta settimanale per un’enoteca:
- Lunedì: foto del vino del giorno.
- Martedì: foto ad una categoria di vini (es. solo vini rossi o solo vini bianchi).
- Mercoledì: contenuto educativo, postare la foto di un vitigno e spiegarne l’origine e i vini ottenibili.
- Giovedì: video mentre versi del vino in un calice e ne descrivi odori e sapori.
- Venerdì: foto di un evento passato.
- Sabato: storia Instagram dove fai un sondaggio per sapere quale vino è più buono oppure promuovi un nuovo articolo uscito sul tuo blog.
- Domenica: video IGTV spot per la tua attività.
La realizzazione dei contenuti settimanali dovrebbe sempre essere fatta in 1 o 2 giorni, successivamente, una volta pronti tutti i contenuti è possibile tramite Crowdfire (Web – iOS – Android) programmare l’inserimento del post automaticamente nella data e ora prefissata. Attenzione, in realtà Crowdfire non pubblica niente sul tuo profilo ma copia temporaneamente la foto, la didascalia e gli hashtag che hai creato per poi inviarti una notifica sul tuo smartphone il giorno della pubblicazione, dovrai solo aprire l’app e seguire 1-2 semplici passaggi per pubblicare il tuo post. Crowdfire è uno dei migliori tool di programmazione editoriale per Instagram, ne rispetta le regole e non è un bot automatizzato, pertanto non rischi che il tuo profilo sia bannato.
Instagram stories e analisi risultati
Il vero fattore trainante di Instagram è stata l’implementazione delle stories: contenuti che si autodistruggono dopo 24 ore. Questa funzionalità pare essere stata copiata dal competitor Snapchat, un social network che negli ultimi anni ha davvero spopolato negli Stati Uniti. Ecco alcune curiosità sulle Instagram stories:
- I brand più famosi al mondo utilizzano già le stories per attirare e convertire all’acquisto i propri utenti.
- La maggior parte degli utenti segue le Instagram stories di brand a cui tiene.
- Una buona percentuale dei video vengono realizzati tramite gli editor Superzoom e Boomerang inlcusi su Instagram.
Vediamo invece dei fattori “psicologici-visivi”
- Le Instagram stories e le thumbs profilo (le anteprime delle foto profilo) sono le prime cose che un utente vede quando entra su Instagram.
- Una volta partita la prima storia le altre verranno riprodotte automaticamente al termine della precedente.
- Ad ogni aggiornamento della storia Instagram comprare un cerchietto di notifica che segnala l’aggiunta di nuovi contenuti, questo incita l’utente a premere per visualizzare.
Sicuramente è utile sottolineare che l’attività di analytics risulta molto importante per avere una panoramica dell’andamento del nostro profilo su Instagram. Alcuni strumenti come “dati statistici” (insight) ci rilevano molte informazioni, date un’occhiata sempre al nostro Quick Start per avere un’idea. Inoltre esistono altri tools esterni come ad esempio la suite a pagamento Hootsuite o Iconosquare che vanno a creare dei report statistici assai interessanti.
Parte seconda
I post
Sicuramente il concetto di post ha preso nel tempo diverse variabili e diversificazioni. Pensiamo ad esempio ad un tweet su Twitter, 150 caratteri a disposizione per dire ciò che vogliamo, alle bacheche su Pinterest o ad un articolo su LinkedIn.
Ogni social network ha la sua impostazione di post, nel caso di Instagram possiamo inserire foto e video, nello specifico consigliamo il formato quadrato nativo, e da qualche tempo le Instagram stories anche se in questo caso ci concentreremo di più sui primi due.
Originalità
Abbiamo più volte accennato all’originalità. Instagram infatti nasce come social network fotografico, il valore che i fondatori si auspicano è proprio lo scatto o l’immagine creativa, unica e di qualità. Ecco alcuni consigli:
- Vuoi fotografare un monumento? Evita la solita posizione centrata, sperimenta nuovi punti di vista, dai risalto ai dettagli e sposta l’attenzione dell’utente sui particolari.
- Le immagini ben illuminate hanno una percentuale maggiore di interazione rispetto quelle buie. Ovviamente ci sono casi in cui l’oscurità fa parte dell’atmosfera o soggetto della foto.
- Storicamente è stimato che il colore blu, il quale infonde sicurezza, colpisca maggiormente l’utente in positivo rispetto al rosso.
- Le immagini leggermente più saturate cioè con colori più vivi e marcati generano più interazioni.
App per foto e video
App per la post produzione di foto
- Snapseed (iOS – Android)
- Photoshop Mix (iOS – Android)
- Lightroom (iOS – Android)
- Instagram editor (integrato su Instagram)
App per la post produzione di video
Il tuo pubblico
Già dalle prime righe di questo abstract, abbiamo capito come utente e post siano al centro del mondo di Instagram. Il resto, seppur importante, è messo in secondo piano. Oltre la qualità fotografica, come disse Gianluca Vacchi (noto imprenditore e persona nota nel mondo di Instagram), è sempre utile inserire una breve didascalia accompagnata da qualche hashtag.
La didascalia contestualizza meglio la foto e può essere utilizzata per inserire dettagli e particolari magari nascosti, oltre ovviamente, al corretto inserimento degli hashtag. Vediamo qualche consiglio per qualche dettaglio da inserire nel tuo post e raccomandazioni per una buona didascalia:
- Utilizza le menzioni “@nomebrand” se stai citando un brand famoso o magari proprio la tua attività.
- Usa i Geotag per localizzare la tua foto, genera curiosità negli utenti.
- Utilizza 2-3 emoticon.
- Evita post lunghi, su Instagram l’utente medio tende a dare attenzione ai contenuti non al testo.
Parte terza
Gli hashtag
Come spesso accade nel mondo digitale, le funzioni che un’azienda crea per il proprio prodotto, esplodono cioè si fanno conoscere su un’altro prodotto realizzato da un’altra azienda. Le stories erano il “core business” di Snapchat e sono state palesemente copiate e incollate, seppur con minime differenze, su Instagram.
Anche gli hashtag hanno avuto una storia simile. Ma partiamo dal principio cos’è un hashtag? La corretta definzione è “aggregatore tematico” o meglio “etichetta”. La funzione è quella, appunto, di etichettare un contenuto e renderlo facilmente ritrovabile da altri utenti. Come tutte le cose anche gli hashtag si sono trasformati, diventando addirittura slogan per campagne pubblicitarie.
Il boom nell’uso degli hashtag risale alle elezioni presidenziali in Iran del 2009, dove si è registrato un notevole utilizzo. Negli anni seguire, in modo progressivo, gli hashtag sono diventati parte integrante della maggior parte dei post social.
Il nostro business
Colpire utenti in target è sicuramente uno degli obiettivi che ogni brand dovrebbe porsi, aldilà delle inserzioni a pagamento, un ottimo modo per scoprire e attirare nuovi follower sta proprio nella ricerca degli hashtag giusti, questi due siti web potrebbero aiutarti:
Tuttavia è utile fare una distinzione tra i vari hashtag, non sono tutti uguali:
- Hashtag famosi: utilizzati da brand, grandi influencer o sono riusciti nel tempo ad avere una viralità tale da diventare estremamente gettonati. Livello popolarità: mondiale. Es: #instalike #instalove
- Hashtag popolari: contano tra le 500 mila – 5 milioni di condivisioni. Livello popolarità: nazionale/internazionale. Es: #lovequotes
- Hashtag poco popolari: la maggior parte fanno parte di eventi locali/regionali/nazionali oppure appartengono ad una piccola/medio impresa. Es: #artigianitaliani #ristorantececchetti
Utilizzare hashtag famosi e acchiappare qualche like fuori target non significa fare successo su Instagram. Chiaramente etichettando i nostri post con un #instalike avremo una visibilità potenzialmente maggiore rispetto #ristorantececchetti, ma siamo sicuri di andare a colpire lo stesso pubblico?
Se voglio colpire i residenti della città di Bari, attirandoli verso la mia nuova attività in centro, è chiaro che andrò a selezionare tutta una serie di hashtag a livello locale/regionale. Es: #bari #cibopugliese #baricentrocittà. L’efficenza dei nostri hashtag può essere misurata nelle statistiche dei post e sugli insight (dati statistici) di Instagram (solo per account aziendali).
Parte quarta
La pubblicità
Quando si dice che i social network e gli smartphone hanno stravolto l’economia mondiale, non lo si dice a caso. Basti pensare alla pubblicità, al giorno d’oggi per una piccola impresa pubblicizzarsi su un giornale o su una radio, a parere nostro, non ha molto senso. Questa frase potrebbe generare scalpore, ma è cosi, il motivo è presto detto: mancanza di tracciabilità dei risultati. Poniamo un altro esempio, la cartellonistica. Penso che li avete visti tutti quei grandi banner all’inizio della vostra città che pubblicizzano l’apertura di un nuovo pub, ora ponetevi 4 domande:
- Quanto costa realizzare e pubblicare un banner del genere?
- A quanto ammonta la permanenza del banner prima di essere sostituito con un altro? (Magari è pure un competitor!)
- Quante auto passano e vedono quel banner?
- Quante persone effettivamente dopo aver visto il banner vanno a consumare un drink nel pub?
Rispondiamo subito a queste domande. La realizzazione di un banner in città o in punti strategici può costare anche oltre i € 2.000 e le tempistiche sono decise spesso da regole imposte tra agenzia pubblicitaria e il comune, potrebbe durare 4 settimane o forse di meno, dipende dalle regole.
Sulla visibilità che può avere un banner si potrebbe discutere per ore, possiamo dirvi con certezza che le nuove generazioni tendono involontariamente ad evitare i banner vecchio stile, proprio come accade sul web, preferiscono vedere pubblicità in target con i propri interessi.
Ma veniamo alla domanda più importante: la tracciabilità. Mettiamo che voi spendiate € 2.000 per un banner, ma come fate a capire quante e quali persone sono venute nel vostro pub dopo aver visto la vostra pubblicità? Dovreste chiedere ad ogni cliente, non credo sia opportuno. La risposta è che risulta impossibile ma grazie alle inserzioni sul web la musica è cambiata.
Le inserzioni a pagamento
Cominciamo subito con le belle notizie: fare pubblicità (ads) online costa potenzialmente fino al 70% in meno rispetto la pubblicità tradizionale e i risultati sono tutti tracciabili cosi come i costi per clienti acquisiti. Diciamo potenzialmente perchè dipende da tanti fattori come budget, obiettivo, difficoltà nel trovare il giusto target.
Le ads su Instagram hanno un layout simile a quella di un post, solitamente è una foto con una call to action: scopri di più, acquista, scarica l’app ecc… . La parte interessante sta nella ricerca del target, tramite il gestore inserzioni di Facebook (si le ads Instagram si fanno su Facebook in quanto acquisita nel 2012) è possibile filtrare i nostri potenziali utenti per età, sesso, interessi, località geografica e molti altri fattori.
Avremo quindi un’iniziale scrematura che potremo successivamente modificare o utilizzarla per altre ads.
Il funnel di vendita
Entriamo quindi nel dettaglio, alcuni di voi forse ne hanno già sentito parlare o perlomeno ne sono stati protagonisti. Vi è mai capitato di entrare su un sito web, pagina Facebook o Instagram e trovarvi dopo pochi secondi delle ads sulle stories o sul feed pertinenti o simili al brand che avete visto poc’anzi? Si chiama remarketing ed è un’attività legata al funnel di vendita, in particolare alla tracciabilità.
Proprio come accennavamo prima, un utente sul web si può tracciare, questo significa che possiamo creare delle ads utilizzando come target proprio gli utenti che sono già passati da noi o quanto meno ci hanno visto. Possiamo proporgli di venire a visitare di nuovo il nostro sito/profilo oppure di acquistare un nostro servizio, saranno sicuramente più interessati di utenti non in linea con la nostra attività.
Appronfondiamo la questione, cos’è un funnel di vendita?
Il funnel di vendita, è un “imbuto”, una strategia attua a filtrare gli utenti fino ad ottenere solo quelli interessati ad acquistare sul tuo portale o negozio. La tattica sta nel mostrare un’advertising a pagamento ad un certo numero di persone filtrandole per interessi, sesso, età ecc… .
Il primo annuncio sarà destinato al solo obiettivo “informativo” (parte alta dell’imbuto) cioè lanciamo un messaggio a queste persone:”Hey sono un nuovo pub in centro città, facciamo colazioni e aperitivi”, sarà presente un link al nostro sito/profilo con la call to action “scopri di più”. Successivamente realizzeremo una nuova ads mettendo come pubblico solo, gli utenti che hanno cliccato sulla call to action (parte medio alta dell’imbuto).
Tramite opportuni strumenti come Facebook Pixel possiamo tracciare di preciso in quale area del nostro sito l’utente è rimasto di più, se siamo riusciti a farlo entrare nell’area shopping possiamo costruire una nuova ads che invita all’acquisto solo i clienti che sono entrati in questa specifica area magari con uno sconto del 20% (parte bassa dell’imbuto).
Ecco come siamo riusciti a filtrare sempre di più gli utenti tramite la strategia del funnel di vendita. Quello illustrato è un esempio classico ma si possono costruire, con gli strumenti opportuni, diverse strategie per acquisire nuovi clienti e convertirli all’acquisto.
Conclusioni
Grazie a questo abstract abbiamo capito l’importanza dell’ottimizzazione del proprio profilo Instagram per il business. La potenza di tool come insight (dati statistici), gli hashtag e l’originalità fotografica sono alla base di instagram che diventerà sempre più importante nel corso degli anni. Attirare utenti in target non è mai un discorso banale, per questo dal team di mrkgram consigliamo sempre di dedicare un micro budget mensile per la creazione di advertising a pagamento. I risultati sono veri e concreti, inoltre, grazie alla possibilità di tracciamento degli utenti, si ha sempre un quadro statistico sull’andamento delle interazioni e conversioni.
Il libro “Fai decollare il tuo profilo instagram” di Eddy Girardi è disponibile su Amazon.